Il software
dell'uomo è infinitamente più complesso di quello di un computer. Oltre ad elaborare
i dati, può scegliere in base alle emozioni. Per il PC qualsiasi testo dal
punto di vista dei contenuti emozionali è uguale ad un altro. I suoi tratti
distintivi sono solo il layout e il numero e il tipo dei caratteri;
un'immagine vale per la sua estensione e le sue dimensioni; la musica è solo un
file. I turbamenti sono estranei alla sua logica. Il linguaggio
mediatico non conosce la suggestione lirica di una clemente e polverosa umanità,
ma normalizza tutto: con irremovibile distacco banalizza le esperienze che gli
sono sottoposte. Il Laboratorio Minimalista di Mediazione
Lirica Informatica Emozionale riproduce
una poesia interpretata asetticamente attraverso l’enigmatico vissuto del mezzo virtuale. Perché anche la macchina
ha un suo vissuto, una sua memoria, una sua individualità, un ambiente esterno
con cui interagire, il Web. Riconosce ogni parola semanticamente, e la
riproduce con un suono complesso, che risulta dalla somma e dall’interazione
dei singoli fonemi contenuti in sequenza nell’espressione verbale, nella quale
ogni lettera dell’alfabeto produce vibrazioni
in forma semplice; la Rete
è inoltre in grado di associare meccanicamente alle sequenze stesse le immagini
contenute in una sua memoria. Questo è il senso delle elaborazioni mediatiche del laboratorio. ROBERTO RAPACCINI
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